Ecco la mia vita. Eccola qua... come se non bastasse lui, a far rumore. Il mio "caro amante e compagno di mille (dis)avventure". Sveglia alle 8 - sono a due passi da lavoro - ma, visto lo stress, l'insoddisfazione e la pressione subita in ufficio... tutto fa brodo, come suol dirsi. Anche quell'ora e un quarto di "riposo" in più. E invece no. Invece no. Eccomi qui, con un'emicrania gigantosferica, il sapore in bocca di ferro, la bile che secerne e che va in circolo, i polsi che tremano e i denti che mordono le labbra. Troppo direte voi. Esagerata. Sta tipa è da curare. No. Vi assicuro che chiunque di voi con un minimo di buon senso, di civiltà e di educazione proverebbe esattamente quello che sto provando io. Incredulità. Rabbia. Ma l'educazione, si sa, non è più di moda. Ed io... Io ingoio il boccone amaro, mi alzo, mi stiracchio da brava "vecchietta" artritica ultra trentenne e vi

Sono indeciso. Non lo so. Lei è dietro di me. Forse... Forse mentre le passavo accanto mi ha visto. Stiamo facendo la stessa strada. Il mio smartphone vibra e trilla. Devo cambiare la suoneria... Qualcuno per scherzo - forse quel cazzaro di Fabrizio! - mi ha messo Magica Bula di Louis Armstrong. Estraggo dalla tasca dei pantaloni il telefono e butto giù: Teresa può aspettare. Stiamo assieme da due settimane, e sembra già mia moglie... che pesante che è, Dio mio! Sento il suo profumo e la sua calata del sud. Ridacchia al telefono anche lei. Confabula. Parlotta. Io sono indeciso, sudo freddo ed ho un magone che... nemmeno durante la finale di Champions ho mai provato. Il respiro si fa pesante: stringo gli occhi per schiarire la mente. L'ho visto fare alla tele e in streaming nelle serie tv: funziona. Prendo un grosso respiro: il semaforo è rosso, lei ora mi è a fianco. Aspiro anche