Campanula
che scendi
con quei tuoi ciocchi,
che pieghi coi tuoi occhi la
natura, che voli coi tuoi capelli
sei la più pura, ed in questa
frescura, io scorgo quel tuo viso.
Con quei tuoi petali mi guardi
mi fissi.
Ti dissi quanto mi fai
bruciare
e delirare con quei tuoi toni,
con quei tuoi colori, silvani,
e ne godo,
domani,
divorando I leoni albini
coi tuoi occhi che diventan divini,
con le lacrime,
voluttuose
che si fanno spine,
ed I singhiozzi si fan gioie
taurine.
Sei una prostituta da ben
vedere,
un’amante da possedere,
e da cui essere posseduti,
e questi miei denti caduti
che ancora fetono
del seno matrigno
digrigno l’anima ,
ridendo ti porgo I saluti,
ed andandomene muoio d’invidia
per quel muschio che ti cinge
la vita.
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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