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Pubblicato il 02 marzo 2019 in Poesia
Tags: #Blu #Fiori #Sofferenza #Tramonto
E tu,
con quei capelli
di sangue
e quella pelle
salina e bagnata,
cacciata dalla rima
delle mie strofe
torni alle stelle
torna la brina.
Vicina la sera
era bella la mattina
e quel caldo soffio
di un vento estìo,
io resto solo,
su questa altura, e
scura diventa la giornata.
Tramonto.
E accolgo la notte,
lo scontro.
La luce, che muore,
ed io vagabondo che godo,
non odo Alba ma freddo siderale,
il blu delle cicale inonda il mio canto
marino,
alle mie spalle, boreale
il pino
che ondeggia,
alla brezza di questo
Tramonto.
Quel mio velo
leggiero
sincero, mi copre,
mi svesto.
Lascio cadere il sale,
la gioia salina, di quella
brezza marina e quel rosso
passionale, ora soffro
con goduria animale
la morte del mare e quel Sole
ormai blu, scompare,
su questo mondo distante,
compio la mia battaglia, a Militare
contro la mia scaglia di amore
che vale, questa mia condanna
ad odiare.
Tramonto.
E nasco.
Perché vivo nel mezzo
e spezzo il giorno, e la Luna.
Vivo il crepuscolo e la mattina,
e la mia vita diviene
divina.
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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