Cado, atterro e mi rialzo,
in alto salto e resto fiero e calmo,
ti guardo nascosta nel tramonto
immersa tra pile di riviste.
E quindi parlo, al vento e alle foglie
che pigre ondeggiano sui fusti,
navigo a vista lasciando aperto il cuore
cercando alternative ad un sapore
che sa di giorni caldi e fantasia.
Prendo lo slancio e atterro su di un sasso
che si erge tra le onde di un laghetto,
bianco e spoglio ma anche caldo e saldo,
isola nascosta, rifugio dentro un sogno.
Rimango assorto, il vento mi rinfresca,
odor di miele, noci, more e pesca
mischiati al ricordo di biscotti profumati
nascosti sotto il cuscino di un bimbo addormentato.
Forse è così che riesco ad affrontare
le mille noie di giorni da passare...
Ricordo dimenticato nell'atrio di un palazzo,
buttato tra le pagine di un libro tutto bianco,
di colpo ritrovato e preso per un angolo
girato a gambe all'aria negli occhi di un giocattolo.
E' questa vera arte, il non dir nulla o quasi,
facendo trasparire tra rime tempestose,
luci brillanti e limpide di eventi conosciuti.
Sono parole inutili, vento che spazza via,
la vera tentazione che porta alla follia.
Eppure trovo pace nel far questi voli
tra lettere e parole, due punti e dopo a capo.
Spoesia, l'opposto al nulla, sorriso di un neonato,
il fine che giustifica ciò che è sbagliato.
E quindi mi congedo scivolando sulla carta
lasciando a chi rimane un senso di esultanza,
perchè tra il dire il fare non sempre ci sta il mare,
a volte sono uniti, per farci ricordare.
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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