Non dovresti immaginare disse
Non dovrei ascoltarti rispose
Pioveva, non lo faceva da tempo, ce ne era bisogno, lo ripetevano tutti.
Si fecero il primo tè per quella stagione già autunnale ma non da calendario.
Non inzuppi i biscotti? disse
Non ti fai mai gli affari tuoi? rispose
Diluviava ora, faceva rumore sui vetri, dovettero alzare il volume del televisore, acceso e ignorato ma che per copione di domenica uggiosa, si doveva sentire.
Non so da chi andare a tagliarmi i capelli disse
Lo dici tutte le volte, non so quante volte lo hai detto rispose
Di botto aveva smesso di piovere, un raggio di sole annacquato, uno squarcio di azzurro nel grigio. Erano già le 18:30 e non ci sarebbe stato il tempo perché asciugasse in terra, prima di notte.
Stasera che si mangia? disse
E’ presto per pensarci rispose
Un vento strapazzone prese a soffiare, si rovesciarono le sedie in giardino, suonò l’allarme della vicina, anche il gatto che da tre ore dormiva nella sua cesta, aprì gli occhi, alzò la testa infastidito. Poi riprese il suo.
Ripiove, non forte come prima ma ripiove disse
Lo vedo rispose
Il tramonto fu un tramonto senza lode, peccato, di solito il cielo non delude.
Accesero la luce sul tavolino accanto al divano. Avevano entrambi già messo i pantaloni lunghi della tuta, i calzini e le scarpe da ginnastica. Abbigliamento da casa autunnale, in anticipo sul calendario.
Che scrivi? disse
Un raccontino senza pretese rispose
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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