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Pubblicato il 02 gennaio 2019 in Storie d’amore
Tags: #psicologia #mare #silenzio #jung #comestai
Come stai, amico mio?
Ti senti mai solo?
E lei? Ti parla ancora?
Viene a guardarti con qualcun altro?
Mi manca.
Oggi non c'è vento, sei una distesa nera, stupenda da osservare ma terrificante da affrontare, eppure è proprio per te ed il tuo silenzio che sono scappato da lei.
Jung disse una volta che tu rappresenti ciò che non voglio vedere, quello che gli psicologi chiamano "inconscio". Eppure il tuo silenzio stasera mi rasserena.
Allora perché ogni minuto del suo è come una pugnalata?
E lei, cosa penserà del mio, di silenzio?
L’amo.
E se è vero che di fronte a te siamo davanti al nostro inconscio, e se è vero che siamo ancora legati, allora parlale di me.
Copri il mio tormento con le onde, amico mio. Che le mie lacrime siano riflessi sul mare ed i miei sospiri, la brezza calda che le sfiora il viso. Realizza che da quella vastità d’ebano che il suo marinaio ha solcato per andare via, a lei ritorni solo amore. Più di quello che nei giorni passati insieme non ho saputo darle.
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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