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Pubblicato il 30 settembre 2019 in Poesia
disciplina meditativa onnicomprensiva
gravitazionale
della presa di coscienza dell’esistere
consapevolezza e dimensione
di ciò che di per sé è già
l’utilità e la futilità di tutte le cose
concezione dell’inconcepibile
dell’atteggiamento psicologico umano
inseparabile da ciò che siamo
oggettività e relazione
delle correnti ablusive
capriccio e mutevolezza dei ‘suoni’
percezione attesa e andamento
consequenzialità e movimento
dello scorrere lineare
simultaneità dei ‘modelli’ originali
archetipi della ‘natura’
dentro l’universo concettuale
TAO … come ‘linguaggio ideografico’
complesso e idiomatico del fluire vitale
di ciò che ci circonda
nel processo unificato per cui
‘soggetto e oggetto’ non sono separati
corrispondenti di ciò che dà ‘senso’
all'esperienza umana
‘Yin e Yang’ dell’addivenire
polarità incondizionata dei segni:
‘luce e/o oscurità’
‘bene e/o male’ – ‘vita e/o morte’
‘positivo e/o negativo’
in quanto idealismi idio-sincratici
diversamente in ‘opposizione e/o conflitto’
fondamentali dei processi universali
delle ‘cadenze principali del pensiero lineare’
del suono e delle vibrazioni dell’Energia cosmica
contenuta nei ‘poli’ nel rigenerarsi
'dell’acqua che scorre’
TAO … ‘come sonorizzazione energetica’
vitalizzante e fortificante
come principio dell’agire senza forzatura
in concordanza
col propagarsi ‘dell’acqua che scorre’
non meditazione dunque bensì
‘contemplazione’
coordinamento tra ‘pensiero e agire’
tra ‘intelletto e ragione’
di pari passo con il corso della ‘natura’
contemplativa di ‘saggezza e immaginazione’
che la parola inquieta stenta a spiegare
onde nascondere l’orrenda sensazione del vuoto
onde la ‘vacuità’
l’alternarsi di ‘esistere e non esistere’
sono reciprocamente necessari
nell’apprendimento polare del vuoto
ciò che la ‘filosofia’ Tao
definisce come ‘implicita unità’ del Tutto
TAO … ‘come somatizzazione emotiva’
quale definizione della dualità esplicita
Yin e Yang
specchiata nel ‘cerchio vuoto’ contemplativo
come aspetti paralleli del t’ai chi (Ɣ)
(grande estremo)
intellegibile dell’idea primaria di ‘chiarezza’
come di ‘luce e ombra’
luminosità di ciò che è ‘forma’ e oscurantezza
nella ‘vacuità’ del buio
in quanto
"ciò che è forma è proprio della vacuità e ciò
che è vacuità è proprio della forma" (Ɣ)
così nella ‘via dell’acqua che scorre’
ove sono raccolte tutte le ‘forme’ possibili
le immagini del loro stato prima del compimento
nell’interpretazione psicanalitica dei sogni
come nella visione eidetica
gli ‘archetipi’ originari d’ogni convincimento
così nelle forme (poetiche) delle nuvole
Note:
(*) Liberamente ispirato al libro “Il Tao” di Alan W. Watts – Ubaldini Editore 1977.
Note in lingua da Wikipedia:
(Ɣ)T’ai chi , o anche tàijíquán, è uno stile interno delle arti marziali cinesi e, al contempo, una meditazione in movimento. Nato come tecnica di combattimento, è oggi conosciuto in occidente come ginnastica salutistica e tecnica di medicina preventiva.
(Ɣ) Hridaya Sutra, in sanscrito, o anche il ‘Sutra del cuore’, o della perfezione della saggezza Mahāyāna del gruppo della Prajñāpāramitā, molto conosciuto e diffuso nei paesi di tradizione mahāyāna per la sua brevità e densità di significato.
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