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Pubblicato il 01 marzo 2019 in Poesia
Nel folto, inestricabile
intreccio di viuzze livide
cercavo di sistemare
trappole indistinguibili,
nebbiosi labirinti
che fossero varco instabile
di tumultuosi mari.
Aperte le vele al vento
issati gli aguzzi alberi,
tagliavo con mani stridule
la gelatina immobile,
tronfia ed indifferente
che sequestrava l'anima
e sghignazzava gelida.
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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