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Pubblicato il 30 luglio 2018 in Giornalismo
Alla domanda di Intertwine "E voi per chi scrivete?" posta su facebook in seguito alla condivisione della storia di Jelena, la community si è sbizzarrita dando la propria opinione e esponendo il proprio punto di vista. La domanda in un certo senso sorge spontanea, perché si scrive? Quante volte ci siamo posti questo quesito intimamente o durante una sessione di scrittura? Probabilmente tante, chi in maniera coscienziosa e chi inconsciamente, tra una riga e l'altra seduto davanti al proprio computer o fissando un foglio bianco.
La sola cosa che scriviamo per noi stessi è la lista della spesa, tutto il resto è una vena d'inchiostro che porta al cuore di qualcuno.
Molti scrittori hanno dato il loro contributo su facebook , spiegando cosa li porta a scrivere. Ognuno ha la propria visione e le proprie ragioni, proprio per questo ho deciso di raccoglierle qui in una sorta di diario collettivo.
C'è chi scrive per se stessi o per il proprio piacere, cosi hanno esposto le loro ragioni alcuni autori che pubblicano assiduamente qui su Intertwine. Come Marisa Cappelletti che attraverso la scrittura riesce a trasmettere i suoi ricordi e le sue emozioni. Altri come Liliana Tuozzo invece sottolineano quanto sia grande questo bisogno primordiale della scrittura per liberare le proprie emozioni e sottoporle, inconsciamente, al giudizio di chi legge.Francesco Fràncica scrivo per comunicare con quella parte di sé che ha bisogno di altre parole. In altri casi scrivere è un mezzo per sfogarsi e liberare la mente e il cuore, come nel caso di Rosario Tomarchio
. C'è chi invece scrive per divertimento, un po' per gioco o, come ci ha scritto Lisa Striani, quasi come una sorta di ritorno all'infanzia.
Per Dario Greco invece prima un gioco e poi via via si è trasformata in una vera e propria passione, grazie al quale ha scoperto amicizie a anche amori. Per Pasquale TheWriter è un bisogno che si trasforma in piacere. Luisa Cagnassi, Nadia Finotto,Marta Gasparon e Paola Roela scrivono perché vogliono raccontare qualcosa agli altri per esprimere i loro sentimenti. Martha Bartalini scrive per fissare una storia su carta e lentamente muta questa sua passione in un lavoro. C'è anche chi si è interrogato spesso su questo argomento e si è reso conto di essere una sorta di "artigiana scrittrice" che scrive per il piacere degli altri (come Giovanna Vannini ). In alcuni casi invece l'atto di scrivere è una sorta di "terapia" per stare meglio con il mondo o per sentirti "vivi", come Paola Capocelli, Nicola Chiacchio,Katia Pangrazi,Barbara Villa, Patrizia Oddi, e Antonella Rossello.
Si tratta di motivazioni estremamente diverse ma che hanno in comune lo stesso fine, vi viene da pensare al buon vecchio detto " il fine giustifica i mezzi", in questo caso il fine altro non è che la scrittura, un mezzo per comunicare prima di tutto con se stessi e poi con gli altri.
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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