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Pubblicato il 23 novembre 2019 in Poesia
era come se la luce emanasse
da sotto il manto di nubi fradice d’acqua piovana
un riverbero d’opale
immobile davanti alla finestra
osservavi nel vuoto
qualcosa che non era dato comprendere
chinasti il capo facendo una pausa appena percettibile
avevo imparato ad apprezzare quella tua espressione
liquida d’assenza
poi sussurrasti qualcosa
le tue parole mi parvero incolori
come specchiate in trasparenza
ti osservai in silenzio
uscisti dalla stanza e dalla mia vita con leggerezza
così come vi eri entrata
mi distesi sul letto coi vestiti ancora addosso
ero provato dall’incertezza
zuppo fradicio di parole non dette
mi addormentai ch’erano le prime luci dell’alba
al risveglio il cielo si distendeva su di me
lucido di solitudine
la pioggia scandiva le ore nel battito del cuore
nella caducità di fronte all’accaduto
il peso di aver chiuso i conti di una vita
nella fragilità dell'incertezza
le parole (che avrei voluto dire e che non ho detto)
risuonarono come l'andante silenzioso
di un destino che non conosceva riscatto
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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