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Pubblicato il 16 maggio 2019 in Poesia
Della poesia, perduto abbiamo il senso delle strofe. Inermi su pagine, piangono un inchiostro sfigurato: aveva un'anima, forse, un tempo; usciva dal cuore spaccato ed estatico di valorosi battaglieri sul campo della vita, vincitori e sconfitti, per trafiggere altrettanti cuori e farli sospirare.
Era un eco, che ora torna a voce via via più flebile. S'è smarrito nelle lontananze di un'infanzia perduta, mai più ritrovata.
Piangiamo ancora per quella grave perdita, perché non sappiamo più poetare, perché quei pianti non si baciano più in rime.
Hanno violata la speranza nostra i fini ultimi del mondo; di noi, nati da poesie, non si legge altro che scarti di filastrocche senz'anima, schernite da ogni parte dall'ignoranza figlia del male.
Nascerà, nascerà ancora, e verrà da quegli anonimi di cuore debolissimo: perché fragile è ogni cuore, di un vetro inestimabile.
La poesia è uno specchio.
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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