Questa storia è presente nel magazine Racconti brevi e Poesie improvvise
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Pubblicato il 14 aprile 2019 in Poesia
Prendi l'attimo che passa
e nascondilo nelle tasche bucate
scivolerà in silenzio giu' nelle scarpe
stanche di inutili strade che ti han regalato
sudore e polvere, stanchezza e fantasmi di sogni.
Afferra l'attimo che non tornerà
rubalo prima che qualcun altro lo colga
al posto tuo, conservalo nel pugno chiuso
tienilo con te per un tempo migliore se arriverà
oppure gettalo al vento, io saro' davanti a te per viverlo.
MC
"O Capitano! mio Capitano! il nostro viaggio tremendo è terminato;
la nave ha superato ogni ostacolo, l'ambìto premio è conquistato;
vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta,
mentre gli occhi seguono l'invitto scafo, la nave arcigna e intrepida;
ma o cuore! cuore! cuore!
o gocce rosse di sangue,
là sul ponte dove giace il mio Capitano,
caduto, gelido, morto.
O Capitano! mio Capitano! risorgi, odi le campane;
risorgi — per te è issata la bandiera — per te squillano le trombe,
per te fiori e ghirlande ornate di nastri — per te le coste affollate,
te invoca la massa ondeggiante, a te volgono i volti ansiosi;
ecco Capitano! amato padre!
questo braccio sotto il tuo capo!
è solo un sogno che sul ponte sei caduto,
gelido, morto.
Non risponde il mio Capitano, le sue labbra sono pallide e immobili;
non sente il padre mio il mio braccio, non ha più energia né volontà;
la nave è all'ancora sana e salva, il suo viaggio concluso, finito;
la nave vittoriosa è tornata dal viaggio tremendo, la meta è raggiunta;
esultate, coste, e suonate, campane!
mentre io con funebre passo
percorro il ponte dove giace il mio Capitano,
caduto, gelido, morto."
Walt Whitman
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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