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Pubblicato il 30 dicembre 2018 in Poesia
Paese antico
Io conosco le tue strade,
le tue voci,
le tue case colorate
Sento il richiamo del tuo padrone
che si allontana, si avvicina, si contorce, urla,
per poi trovare pace e tornarti ad accarezzare, il tuo mare
Paese amico,
Ho consumato la mia adolescenza tra i tuoi vicoli
Ho condiviso con te i miei amori infelici, gli affetti strozzati,
Ho amato sulle tue panchine
Ho bevuto litri di spensieratezza nei tuoi bar
Paese sconosciuto
ho rivisto le tue tante facce,
ho respirato il tuo odore nelle notti desolate,
ho cantato a squarciagola parole a te note,
mi sono rifugiata in te,
ti ho affidato i miei segreti di bambina,
ti ho difeso.
Paese non mio
Tu sei fatto di terra e di carne,
le vite, le ore, i giorni si aggrovigliano in te.
Sei fatto di relazioni, di sguardi e di sorrisi,
Di "torno presto!" e poi non torni,
Di "mi mancherai", ma poi non mi manchi
Paese non più mio,
adesso sono tornata
credevo che mi avresti aspettata
credevo che ogni cosa sarebbe rimasta immutata.
Ma nel momento stesso in cui qualcosa si ripete, si modifica inevitabilmente,
e così anche tu
Non sarò forse io a essere cambiata?
Adesso che non ho casa e non ho terra
ogni luogo è la mia casa e in nessun luogo trovo pace.
E vado e vengo e forse non cerca luoghi e spazi la mia anima,
che questo andare incerto la fa vibrare di attesa e curiosità,
Arriverà.
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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