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Pubblicato il 19 marzo 2019 in Poesia
LAUDE AL PADRE
Laudibus, qui res hominum ac deorum
qui mare ac terras variisque mundum temperat horis .
Al padre che gli dei ,gli uomini,il mare,
la terra ,il mondo regge nel mutare delle stagioni.
D’immortale sostanza tu sei fatto padre degli ultimi ,padre degli uomini e delle donne , padre dell’eterno dolore che spinge il mondo a cambiare. Padre dai molti visi e di molti nomi che amammo in silenzio. Padre mortale , d’immortale gloria.
Essere unico, sorriso di primavera , timido sogno che ci conduce per terre e luoghi d’inenarrabile bellezza.
Invincibile in questo cielo , in questo mare ,in ogni cosa vivi ,
a tua immagine padre in ogni cosa , eterno immutabile, dolorosa esistenza .
Generato per creare e rinascere, origine di ogni universo conosciuto. Padre che lavori ed elevi il buon nome.
Padre , ricordo dolente , stirpe di triste gente .
Esempio , intima espressione di ciò che siamo .
Gentile immagine di un mondo nascosto in noi. .
La tua storia è la mia , mentre si continua
a lottare , a credere a sperare.
Sofferta libertà nel percorrere
le vie impervie di questo mondo nel ricordo
di te che mi sollevi verso il cielo stellato.
Giorni , passati insieme in discussioni interminabili
storie sofferte di amori , di sconfitte , per ritornare di nuovo a te.
Mentre cambia ogni cosa, si diventa a nostra volta padri.
Noi un tempo ignari del dubbio che emerge per bocca
dalle varie tentazioni di cui tu ci mettevi in guardia.
Arrampicati tra i rami dell’ albero della conoscenza
ci sfamiamo oggi dei suoi frutti maturi .
Forse diveniamo altro , tentenniamo ancora nel riconoscere
il bene dal male , perduti in diverse culture e intendimenti
affrontiamo le correnti avverse in bilico su questa zattera di legno navighiamo
verso terre sconosciute in cerca di fortune e ricchezze.
Verso una terra ove impiantare radici ,casa ,lavoro ,famiglia .
E se potrei ,scenderei giù nell’Ade, per riabbracciarti di nuovo.
In questi tristi giorni ,dormo ed ascolto battere il cuore della città , ascolto il suo canto di morte , il suo grido di dolore.
Dubbi e incertezze provo in questo cammino irto e impervio
immagine perduta nella disperata ricerca d’un bene comune .
Ferito sono ed il pianto mio copioso cade senza fine
bagna la terra su cui cammino ,sanguino ,
il mio verso vacilla, cresce, rinasce, ruggisce
prende forma , diviene una piccola poesia in nome tuo.
Ed il tempo cura l’animo dicevi , addolcisce ora il ricordo che ho di te
solitario in attesa dell’autobus , in attesa passi questa vita , passi la morte e l’amore che provammo nel sacrificio, tra le braccia della nera sorte. E nel viaggio della mia prima giovinezza
nel canto della primavera
nella danza degli angeli e nell’amore delle fanciulle in fiore
per bacco ed Arianna fu causa di quel maledetto tabacco
tu cominciasti a tossire di notte..
Io t’udivo lontano da questo mondo , percepivo il tuo soffrire , la tua mano accarezzare il mio capo . Ora la mia memoria e il mio amore mi spinge verso te padre dell’universo, padre di molte vittorie , di tante sconfitte . Ed i miei errori sono tanti , quanti i chiodi infilati nella tua croce .
Questa canzone canto per mezzo del figlio per l’umile grande padre .
Canto la tua vita che è rimasta dentro in me .
Momenti indimenticabili e incancellabili.
E Nulla ha veste più bella , dell’orgoglio
che provo nel rammentare te.
Nei giorni infausti , il tuo coraggio
infonde vita all’animo mio commosso.
E ricordo lo stanco tuo aspetto ,eroe di mille imprese ,
felice nei tuoi pensieri a sera tra le braccia
di nostro signore .
Io canto te padre e figlio di questo immenso amore.
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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