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Pubblicato il 25 maggio 2019 in Poesia
Un fuoco perpetuo mi serve, per spaccare il ghiaccio che mi si è gelato intorno al cuore.
Un fuoco che m'era vicino - ricordo-, tanto tempo fa, così vicino da sembrarmi incendio: ne avevo pieni gli occhi, vedevo nel languire delle fiamme sue il mio libero arbitrio.
Per tempo aveva l'infinito e per spazio il cielo eterno. Solo agli spettri è concessa tale grazie, me ne avvidi bene ché sognavo d'esser morto.
E nel girare intorno si fa ribelle ai ribelli: piega tutta la sua luce all'obbedienza di quel fuoco.
Come fai, tu, a saperlo?
Ti ha chiamato forse per nome?
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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