215 visualizzazioni
1 minuti
Pubblicato il 05 aprile 2019 in Poesia
Dolce tenera timorosa
Vita,
Quando i corpi degli altri
graffiati dalle nostre unghie
Per avvinghiarci fonderci unirci riempirci
Non sono che specchi rotti
che guardiamo tra le mani
E il vetro entra nella carne
si diffonde nel sangue infetta il cuore
E spezzati divisi duri vuoti
Siamo accecati da schegge di lacrime,
Quando anche il profumo di un antico sogno
È una solo scia familiare
Come quella di una persona che sai di aver visto ma che a te ora è sconosciuta,
E tra le narici si estende il puzzo del mondo
Delle sue polveri assassine
Dei suoi cibi malsani
Dei suoi corpi in decomposizione
Del sangue rappreso di uomini
senza volto
E nauseati asfissiati soffocati
siamo incapaci di respirare un fiore,
Quando anche le voci amiche, di amanti, di madre
Diventano solo un'eco lontana
E poi silenzio,
e il grido entusiasta dei vent'anni, e le urla delle notti d'amore
e le risate infantili,
si tramutano in un singhiozzo disperato,
Dimmi,
Sadica mordace maledetta,
Cosa resta?
Cosa ci resta?
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
×
Nessuno ha ancora commentato, sii tu il primo!