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Pubblicato il 14 agosto 2018 in Avventura
Contai le stelle per avanzare e mi ritrovai perduto: ciascuna di esse mi menava ora in un posto, ora in un altro. Nello stordire del gran vociare che ha la notte tutta insieme, mi ritrovai a mollo nelle roventi sabbie del deserto. Vidi da distante fra le dune il diavolo del vento farsi mano e spada per combattere la luna, madre di ogni distanza, tuonante la lirica aspra e dolce dei sogni malinconici di santi e pirati, e di tutti quei folli temerari cercatori di preghiere antiche.
Venne l'alba e incendiò il mondo sotto l'occhio rosso: Kerai, il signore del "Qui È Adesso", dal cuore del Sole respirava fiamme e vapore, consumando infinitamente sé stesso per farsi fuoco al centro del fuoco, e ogni grano di sabbia gli rendeva onore mostrandogli il suo volto. Venni abbagliato da un mare di luce sopr'al quale mi venne tolto il passo, che per buona parte del mio peregrinare non m'accorsi affatto d'esser sopra il Sole.
Sentii pulsare da lontano un cuore risonante di un eterno silenzio, che nel battere avvampava.
"Sei giunto, infine" mi disse dal centro.
"Dov'era scritto questo mio peregrinare? Quale ne è la causa?"
"Non riconosci forse tuo padre? La lontananza ti ha portato via la memoria. Ebbene, guarda..."
E nel dire mi aprì davanti agli occhi il centro segreto della fiamma perpetua; sporgendomi troppo vi caddi dentro e nel morire ricordai: ero una Fenice.
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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