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Pubblicato il 06 marzo 2021 in Fantascienza
AOAH era un ragazzo con delle gambe aperte ad ogni genere di spazialità organitanurale.
AOAH non era sicuro di essere nato, perché ricorda di aver sempre vissuto, sulle montagne organiche, che sputavano i loro liquami ogni volta che eccitate lo vedevano.
AOAH ha sempre avuto una casa su un colle con la punta puntosa, che si incastrava giusto giusto, ed è sicuro di questo, perché lui è sempre esistito.
AOAH non si fidava di nessuno, tranne che della sua amica segreta, chiamata polvere, ed essa dormiva sotto i legni del letto, in attesa di pastume.
AOAH scoprì il suo nome attraverso la lucidatura di una colonna di ferro, spuntata da un lago di ghiaccio incandescente... era inciso, lo riesci a vedere?
AOAH vomitava ogni 3 giorni, nel pozzo dove le luci bucavano il tessuto della materia. Luci bianche.
Un giorno, mentre strofinava con la sua guancia il pavimento pieno di schegge del carabinato oleale, una di queste gli restò conficcata in un occhio, e poi scivolando, lacerò il tessuto carnoso, che fece cadere centinaia di feti, con genitali più grandi del proprio capo, creando una pozza di oscurità sovrapponente all'oscurità stessa.
Entrò nell'uterò delle montagne sorridenti, scoprendo che il suo stesso mondo era in realtà se stesso. AOAH viveva su se stesso, che viveva su se stesso, che viveva su se stesso, che in realtà era un cartone di latte versato in una serata temporalesca, da una coppia che litigò durante la stessa, e fece rotolare il cartone appena comprato il mattino stesso. Ecco cos'erano quelle urla, che AOAH sentiva rallentate. Ecco cos'erano quei tuoni, che AOAH sentiva come urla rallentate.
Un giorno AOAH decise di incontrare la sua mortalità. Voleva dare senso a tutto ciò. Si buttò un pugnale nella gola, che lo fece, contro la sua volontà, cadere all'infinitò, dentro l'infinito, diventando talmente minuscolo e fuori da ogni conoscenza possibile.
AOAH sta cadendo. AOAH è ancora vivo. AOAH è se stesso che cade dentro se stesso.
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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