Questa storia è presente nel magazine Dal Verbano-Cusio-Ossola alle Langhe-Roero
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Pubblicato il 08 marzo 2021 in Fantasy
“Partono, partono, sì stanno partendo!”, lo stormire di foglie fa eco a quel ramo e lo ripete al ruscello che scorre fra i sassi .
Il vento porta nel folto del bosco la notizia ferale di un abbandono che fra poco si farà concreto.
La pioggia che batte nasconde le piccole voci che si incitano a vicenda:” Nascondiamoci, facciamoci piccini piccini, dentro alle gerle, sui carri, ai piedi dei neonati, nascosti sotto le coltri a seguire gli umani che si apprestano a valicare le montagne per trovare migliore fortuna puntando più a sud”.
I clandestini, già maestri di nascondimento, così seguono i villici nella loro ricerca di terre migliori; già Naters è molto lontana quando, superato il crinale del monte, un luogo appare idoneo alla bisogna.
Le terre sembrano buone da coltivare ed il fiume ricorda quello lasciato al paese.
Passano gli anni e gli umani ormai sono di casa lì dove hanno portato l’idioma, loro tra dorf e roll si trovano bene e son diventati maestri nell’estrazione del marmo.
E i clandestini?.
Loro ,i twergi, sempre ben nascosti hanno continuato a fare dispetti agli umani facendosi poi perdonare insegnando loro, senza destare sospetti, la lavorazione del latte e l’uso della cenere per fare il bucato.
Nascosti nelle cavità dei faggi o nella profondità della montagna trascorrono il tempo felici, la loro vita è semplice come i loro abiti di stracci e foglie; i loro visi tondi e rubizzi sono sempre pronti al sorriso.
Gli anziani, dalla lunga barba coperta da muschi e licheni, rintuzzano i giovani: “Cosa vi salta in mente di farvi vedere, siete forse impazziti. Con gli umani non si sa mai come le cose vanno a finire”.
Poi un giorno la svolta, la bella notizia che “quelli” hanno pensato di allestire una cava dismessa , la chiameranno “Grotta di Babbo Natale"; lì ci saranno le renne, un Babbo Natale e degli elfi tanto simili ai twergi.
Così da quell’anno, per quasi un mese, i twergi si possono mescolare ai paesani di Ornavasso senza che a nessuno venga il sospetto che quelli sono elfi veri.
TWERGI
Il loro nome potrebbe derivare dal tedesco medievale Twerg e sarebbe giunto insieme alle popolazioni Walser che emigrarono tra il XII e il XIII secolo dal Canton Vallese nella bassa Ossola, in Val Sesia e nella Valle di Gressoney.
Statuti della comunità d'Ornavasso, 1650
Intorno al 1300 sulla montagna di Ornavasso si insediarono gruppi di coloni walser provenienti dalla regione del Sempione, che apparteneva alla stessa casa feudale di Ornavasso. Da questi iniziali insediamenti (Bach, Grube, Ronch, Wasser, Boden, Casalecchio) i coloni si spostarono verso il basso, sulla destra del torrente Stagalo nel Dorf e sulla sinistra nel Roll
Forse la peste nera del 1348 contribuì a diradare ulteriormente la già scarsa popolazione romanza del luogo. Alla fine del XIV secolo Ornavasso era già diventato isola linguistica tedesca e i coloni avevano appreso l'arte dell'estrazione del marmo, che veniva convogliato poi lungo il fiume Toce fino a Milano, dove venne utilizzato nel Duomo. Nei documenti dell'epoca il marmo di Ornavasso risultava per i milanesi più conveniente del marmo di Candoglia, perché di minor qualità.
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