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Pubblicato il 07 agosto 2017 in Poesia
Scava parole
più profonde del mare,
che non prestino il fianco
a ingovernati timoni
nè restino alla deriva
come carichi d'orizzonte
da non riscattare.
Inzuppa parole di tempo
sì da spuntare sempre
lingue d'anima
su silenzi piantati
per fare ordine
alla foce di urli
evocati senza maschere.
Scema il sole
fuori dai colori
abbagliando gli occhi svuotati
di paure,
querule le lancette inespressive
nei cerchi infiniti
di sfiniti desideri.
Mastica le parole
senza dissolvere immagini
che non devono tacere
riflussi d'emozioni,
stabili passi
su lune d'approdo
a strozzare il pianto.
Rimpiangi i giochi
di mimetici sogni?
Scambi i ruoli di abbozzi
stampati ad arrampicarsi
su ricoveri di cuore
non dismessi nelle parodie
dell'attesa?
Non piegare le parole
senza ascoltarle,
spiegano margini e radici
su corrimano felici
di cui non si è mai sazi.
È un velo il mare
di illusioni da non sbaragliare.
Salvati e non vomitare
flutti di dolore
dissacrando l'odore
di devozione alla fatica
di resistere
per non stracciarti,
per ripararti.
Scava e segui la spuma
delle mareggiate:
non è un inganno
la licenza di ogni risata.
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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