Questa storia è presente nel magazine Villi
12 dicembre – L’ultima volta.
Il cielo era chiaro quel giorno, e l’autobus che la portava in città era pieno di gente. La strada era identica, e quando arrivò ad entrare in quella che era stata la sua casa per tutti quei cinque e più anni, la colse un sentimento di estrema malinconia. Erano già trascorsi quasi sei mesi dall’ultima volta che Villi era tornata, e forse questa sarebbe stata la sua ultima volta, ma in questo periodo le pareva fossero già cambiate dentro di sé così tante cose che adesso cercava di lasciare i pensieri a riposo, per paura di scoprirsi diversa anche in quelli. Stavolta sarebbe rimasta soltanto cinque o sei giorni, il tempo per sistemare le ultime cose, salutare gli amici, la facoltà che le aveva concesso quella laurea sudata, e poi tornarsene in Grecia, a costruire il futuro.
In casa le parve tutto come si ricordava, la sua stanza, i finestroni, gli scaffali di legno, anche quel terrazzino che era stato presente a quelle serate da sogno. Chissà dove mai era fuggita quella persona di cui non aveva più niente, un oggetto, una foto, una cosa qualsiasi. Solo i ricordi, ricordi di sogni inventati sotto ad un cielo di stelle tra i gatti sornioni, che forse sapevano fin dall’inizio già più di lei. Era decisa, avrebbe camminato per strada, avrebbe girato per lungo e per largo, in tutti quei posti dove avrebbe potuto incontrarlo, per tutti quei giorni che sarebbe rimasta; poi, comunque fosse stato, sarebbe partita.
Aveva iniziato chiedendo a qualcuno che poteva sapere qualcosa, ma non era riuscita ad avere alcuna notizia. Era assurdo tenersi nell’anima una persona senza riuscire a vederla, neppure una volta, e così continuava a girare per strada guardando ogni persona come potesse essere lui, con la stessa speranza incrollabile. Infine lo vide, ad una certa distanza, davanti a un negozio, mentre parlava con altri. Si fermò accanto a un portone, lo osservò quanto poteva, i suoi modi, le espressioni, le sue mani che esprimevano all’aria parole che lei non poteva sentire. Infine si volse, Villi, e andò via.
Bruno Magnolfi
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