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Pubblicato il 20 gennaio 2021 in Spiritualità
Da un po’ di tempo, penso.
Penso alla mia storia, alla mia vita e mi convinco sempre di più che il mio piccolo mondo sia parte del tutto che esiste, che vive, cresce e lentamente si trasforma.
C’è bisogno, ogni tanto, di fermarsi e riflettere, allontanarsi dal frastuono del grande mondo e, in solitudine, ascoltarsi, seguire il ritmo del cuore: bum, bum, bum, ogni battito è un attimo di vita che passa e non ritorna, tanti battiti insieme scrivono la melodia delle ore e dei giorni vissuti.
E’ bellissimo accogliere la luce che inonda il nuovo giorno senza preoccuparsi di quello che verrà, vivere il momento, che è sempre unico, così come è dolcissimo lasciarsi cullare nel buio della notte anziché rattristarsi.
Esplorare e toccare il limite di ciò che mi circonda è un’altra esperienza forte e rassicurante che accompagna la mia vita in questo momento. Solo ora posso farlo, mi era impossibile qualche tempo fa.
Sono cresciuta in età e consapevolezza, per questo riesco a percepire il calore e l’affetto che mi circonda, ne faccio tesoro, ed allo stesso modo so riconoscere le negatività, non ho più paura, le lascio semplicemente passare.
Scavando più a fondo nel mio mondo interiore, accolgo anche quelle voci: tante voci, alcune hanno toni alti e nitidi, altre bassi e confusi.
Una sola voce mi arriva diritta al cuore, la riconosco sempre, mi tranquillizza, mi guida e mi fa capire di non essere sola in questo viaggio.
E’ lei che mi ha accompagnato fin qui guidandomi come un faro in mezzo alla tempesta, mi ha insegnato ad essere “fluida”, a non bloccarmi di fronte alle difficoltà ed ai cambiamenti.
I cambiamenti, tanti i cambiamenti che ho vissuto, fatti di separazioni, di nuove unioni, di crescita, di sconvolgimento di posizioni acquisite.
Guardo le mie mani, tocco il mio viso, ne sento i contorni, le labbra, il naso, gli occhi: ci sono, sono qui, esisto!
Mi è ignoto il futuro, non conosco lo scopo, ma sento che c’è un “disegno”, una volontà superiore che non posso contrastare, né eludere, è un soffio vitale che mi sostiene.
Penso che potrei vivere così in eterno.
D’un tratto però qualcosa mi scuote, una forza irrefrenabile mi spinge, mi procura un dolore nuovo e sconosciuto che cerco di arginare con la fluidità, ma non basta...
Continua, sento questa forza tutto intorno a me: non posso sostenerla da sola, non posso rimanere ferma, dov’è la mia guida? Dove quella voce rassicurante e protettiva?
Emozioni fortissime prendono il sopravvento, disordinate, quasi impazziscono.
Mi ritrovo schiacciata un uno stretto anfratto, non vedo e non sento più nulla, la testa mi gira: “sto morendo”, è il mio unico pensiero.
Non ostacolo quella forza, stringo i pugni, chiudo le braccia al petto, mi abbandono, muoio…
Un solo attimo ed un lampo riaccende la speranza, intravedo una luce in fondo al canale: “ecco il mio paradiso”, penso.
Quella forza allenta la sua stretta e si allontana, sono in fondo al canale, sto uscendo ... che succede?
Mi sento stranissima: la mia bocca si apre in un respiro, esce un vagito, odo, per la prima volta, il suono della mia voce.
Intorno a me una luce così forte che non si può guardare, non più solo chiari e scuri, ma colori nitidi e definiti e poi il contatto, qualcuno tocca il mio corpo e mi solleva in aria, allargo le braccia sfinita e indifesa, crollano tutte le mie certezze.
Non più spazi conosciuti e sicuri, ma spazi infiniti e minacciosi.
Temo di cadere nel vuoto, piango disperatamente!
Qualcuno finalmente mi distende su una morbida superficie: sento quella voce rotta dal pianto che mi parla, riconosco il calore, l’odore e, soprattutto, il battito del suo cuore.
Mi quieto, apro gli occhi e la guardo, è lei; è Il mio paradiso, il mio angelo custode, la mia sponda sicura.
Cerco di nuovo il contatto, volgo leggermente la testa e la mia bocca trova il suo seno...
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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