Come sarebbero le opere della storia dell’arte rivisitate in 8-bit?
“È come smontare una costruzione Lego e ricomporla con meno pezzi”.
“Distruggere” un dipinto per poi ricostruirlo con questo metodo è qualcosa di spettacolare, specialmente se a farlo è l’artista Adam Lister con degli acquarelli.
Opere d’arte, icone pop, supereroi dei fumetti, film, città, oggetti quotidiani: tutto viene reinterpretato attraverso gli occhi neo-cubisti del pixel-impressionista statunitense Adam Lister, 36enne che ha reinterpretato una serie di opere famose (e non) utilizzando uno schema a 8-Bit, che caratterizzava, appunto, i videogame a 8 bit degli anni 80 e lo ha fatto utilizzando la tecnica dell’acquarello, riuscendo a così coniugare arte e cultura nerd.
"L'estetica dei giochi con cui sono cresciuto, da quelli Atari a quelli della Nintendo, mi ha ispirato nel momento in cui ho riprodotto alcuni dei dipinti più famosi al mondo"
Dietro le immagini “cubettate” della grafica a 8-bit si celano i ricordi di tante persone, in primis le interfacce dei primi programmi commerciali o le schermate pixelate dei videogiochi ‘70/’80 così cari ad almeno due generazioni di utenti.
Tante le opere famose che ha reinterpretato: la Gioconda, La ragazza con il turbante di Vermeer, L'urlo di Edvard Munch , La notte stellata di Vincent van Gogh, Il bacio di Gustav Klimt, L'ultima cena di Leonardo e tante altre ancora.
Con la stessa tecnica Lister ha dato la sua interpretazione di alcune delle icone pop di cinema e televisione: i protagonisti di Star Wars, Superman, i Simpson, Batman e Robin, i protagonisti di Forrest Gump e Breaking Bad, e tanti altri ancora.
La “pixel art” è evocativa degli anni ’80. I pixel sono la trama geometrica attraverso la quale vengono filtrati i soggetti, ma non è quella della storica pixel-art degli e-boy.
Le sue sono interpretazioni neo-cubiste di capolavori del passato e del presente, che si fondono armoniosamente in acquerelli e rigide forme a blocchi. Il suo "approccio riduzionista” alla pittura ha una serie di regole pratiche: un disegno netto che divide le varie forme in diversi grandi blocchi, applicando solo linee verticali e orizzontali. Un cerchio diventa così quadrato, una diagonale si spezzetta in una scala: tutto trasla in un linguaggio visivo ispirato alla grafica dei videogame 8 bit, ma “riscaldata” dalle qualità sottili e trasparenti della pittura ad acquerello.
“L’acquerello è famoso per essere un mezzo morbido e fluente, e penso che questo sia il motivo per cui mi piace utilizzarlo in maniera diversa. Mi piace questa giustapposizione di rigidità e morbidezza, penso siano complementari.”
Nelle sua prima mostra personale “Wet Geometry”, Lister ha messo Batman e Superman affianco a Van Gogh. Così spiega la sua scelta:
“Penso che sia bello quando l’arte riesce a parlare a una pubblico molto diversificato. Non sono d'accordo col realizzare arte che può essere compresa soltanto da una nicchia di persone, ci troviamo tutti nella stessa barca.”
Ogni volta di fronte alle opere di Adam Lister ci troviamo come in un gioco in cui il primo obiettivo è riconoscere l’originale, stupendoci di come possa diventare nuovo attraverso l’occhio e il pennello di quest'artista.
Una nostalgia grafica e anagrafica, quella per i pixel, che non scolora, anzi, si acutizza col passare del tempo.
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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