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Pubblicato il 03 marzo 2019 in Storie d’amore
Sono le cinque del pomeriggio, Caterina prepara le valigie nella sua camera da letto svuotata di ogni significato. Prenderà pochi vestiti, nessuna foto, nessun oggetto, solo l'essenziale perché nulla possa rievocare dodici anni di relazione. Il letto è ancora disfatto dalla sera precedente: la notte è stata lunga, molti abbracci, molti orgasmi e poche parole e quel biglietto che dal cassetto del comodino gridava al cuore di Caterina "Parti!"
L'amore era finito e lei continuava a star sveglia, mentre lui dormiva tra le lenzuola di seta nere, lei guardava sorgere l'alba dalla finestra della cucina. Intravide una coppia infreddolita che stretta, stretta, camminava verso la fermata dell'autobus; sembravano felici e spensierati, allora Caterina volse lo sguardo al suo compagno, cercando di ricordare un momento come quello, ma non le venne in mente niente, chiuse la finestra e si mise a letto.
Poco dopo dormiva abbracciata a lui, stretta, stretta, come se il mondo dovesse finire da un momento all'altro. Come se quell'amore fosse un eterno istante destinato a durare per sempre.
Ma adesso Caterina non poteva esitare ancora, il loro tempo era finito, il suo era appena cominciato. Gli lasciò un biglietto " Ho accettato quel lavoro, ti lascio tutto, tutto quello che non mi è mai appartenuto, compreso te. Abbi cura di te come io ne avrò di me".
L'aereo partì puntualmente, mentre lui rincasava come al solito alle nove.
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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