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Pubblicato il 05 marzo 2015 in Moda & Design
Ho iniziato a tatuarmi a diciotto anni, credendo che quella farfallina sulla gamba avrebbe decretato finalmente la mia libertà, libera di fare tardi la sera, di uscire con chi volevo, di firmare le giustifiche a scuola, libera di vivere. Poi, come succede spesso, il giorno dopo che hai compiuto diciotto anni, comprendi che in realtà non è cambiato nulla, che compiere diciotto anni è esattamete a come quando hai soffiato sulle diciassette candeline e di lì a scendere. Il cambiamento tanto desiderato arriva in ritardo e, quando te ne accordi, il tempo è già volato troppo in fretta e ti ritrovi quasi alla soglia dei trenta senza neppure esserte accorto.
Ho continuato a incidere la mia pelle perchè sceglievo io il soggetto, non era la vita ad impormi quella cicatrice, ero io a scegliere anche di voler provare il dolore e, per una volta, non lo facevano gli altri.
In tutti i miei disegni c'è un significato, il ricordo di una persona che non c'è più e l'iniziale di quella che mi ha ridato il sorriso. Dicono poi che i tatuaggi debbano essere dispari, io dunque spero presto di tatuarmi per la quinta volta, una rondine sul braccio perchè sono ancora alla ricerca della libertà.
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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