Ecco, potevi credere
o sperare o vivere, o tutto ciò che ne consegue
etc. etc.
La paglia si slanciava nell'aria tanta serenità fa,
le vibrisse fremevano
tanto si era bambini anche se non nuotavi nel tempo
e i fili d'erba s'arcuavano portando rispetto,
il fango s'incrostava alle magliette
senza fermare il giro delle ruote,
non si stancava il ronzio
delle foglie
eppure raccontavi quello ch'era inutile,
e ne eri felice
come un primo ticket per la panoramica.
Destinavi al cuore un battito fatto tamburo,
ci si emozionava se qualcuno s'accorgeva
che lacrimavi
sangue dalle ginocchia,
e divoravi l'aria subito, alla sera.
Ricordare non è un furto
e vivere da selvaggi porta bene,
quando si è nudi da morire
di caldo e i picchi beccheggiano
sopra paesaggi di furia,
forte-piano respiro in tribù variegate
tibie e gomiti in un vortice,
stupido come quando ci si incanta
e con un fiore in bocca
si ritorna alla base.
Trafelati per la fame, allungati nell'ombra
fin quando sarà il tempo di finire, ripiegate le ali
che a noi, hanno costruito universi.
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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