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Pubblicato il 16 giugno 2019 in Poesia
GIUGNO UN PUGNO DI PAROLE
Giugno un pugno di parole, il canto del capro risuona nel vento attraverso i brulli campi nell’eco dei canti marini , villici , andanti sulle basse colline tra le spighe di grano maturo .
Accompagnato dal canto degli uomini un coro di voci celesti s’ode nel cielo capovolto, angeli in compagnia di un grillo malandrino saltellante funesto e ridente con in mano un contrabbasso più grande di lui.
Salta da foglia in foglia fino a giungere ove nasce il canto del sole fino a raggiungere il villaggio degli gnomi per la festa d’inizio estate.
Danzano nell’aria gli spiriti degli alberi là tra le radure del magico bosco. Oscuri presagi immemore del male , di tanti rifiuti ,
gettati negli anfratti erbosi , dentro i fossi profondi .
Le bacanti si radunano vispe ed allegre come la vispa Teresa per il centesimo compleanno della vecchia quercia che pendula sta sulla collina franata a causa delle ruspe.
Il bel bosco , un tempo, rifugio naturale per ogni specie vivente
oggi discarica comunale a cielo aperta morente nell’urlo
di Scipio , di pio e di Nino. Un mondo dimenticato che elude le frasi il mistero del divenire per erranti luoghi ed altre beatitudini in sincronia con il civico senso, in una natura fallace , spiga di grano che rosola al sole, si muove leggera nel vento di giugno.
Alla festa vi giungono in molti , mostri ed umani , saltimbanchi e pellegrini, madonnari , bagnanti , vi partecipano tutti gli abitanti del paese vengono su dai monti e dalle valli volgari
portando seco la loro triste sorte , esule , appare come fosse un raggio di sole , un miraggio, un miracolo biblico , un amore incompreso, venduto per strade assolate.
Fabula antica, anima di gente latina che del canto s’immola e vola alto nel cielo tirreno , verso le greche rocche e gli empi scipi di madre natura. Nell’alba nova, le farfalle fanciulle , volano
sui fiori meccanici senza mai stancarsi , con le fate ed i folletti a girare le lancette del grande orologio del mago di Oz .
Ed al tramonto d’ogni giorno nascono nuove speranze
affiorano nell’animo sentimenti , gioie , finzioni ed altri lirismi.
Ed ogni dialogo è un momento ontologico del nostro crescere.
Percorsi minimali , sentieri personali attraverso il corpo che muta nel tempo.
Noi vittime dell’ignoranza altrui e d’una gran voglia
di continuare a credere nella favola bella che ieri c’illuse
che ancor oggi c’illude.
La storia diviene un guazzabuglio di realtà marcite al sole di giugno.
Perché , allora signore non mi rispondi ?
Trascorro l’estate a lavoro , in fabbrica o in ufficio
in macchina, in mezzo al traffico sulla fermata dell’autobus .
L’immaginario genera etiche , eliotropiche, verità tangibili simili e dissimili.
Improvvisati versi al chiaro di luna , messaggi su whatsapp .
Nella bellezza d’una salvezza intravista attraverso il buco della serratura della propria immaginazione.
In questi cupi giorni in compagnia di Peter Pan che continua a combattere capitan uncino sull’isola che non c’è.
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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