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Pubblicato il 21 luglio 2019 in Poesia
IL CANTO DEI CAPRI
Inseguo questa vita tra desideri ed altri sogni che s’elevano nell’incanto degli anni che passano e si portano via il mio mondo il mio dolore per un amore che non so quanto valga. Mi muove lentamente vicino la porta dello studio, mi muovo cercando tra i mie idilli , un esistenza fuggita via dalle mani di un dio grasso e calvo a cavallo di un sauro che galoppa nel buio dei secoli futuri . Sorvola il mondo nell’aurora , passa in noi rischiara ed illumina il cammino dei popoli.
Mi porti con lei
Non posso sono un Dio
Mi faccia il piacere
Non insista sono fuori servizio
Vi voglio adorare
Si faccia uno shampoo
Mi duole la vita
Vada in farmacia
Facci il bravo sono un penitente
Non la faccia lunga, chi sono io per giudicare
Lei accidenti , mi venga
Ecco non dica nulla
Non sputi
Badi bene a come parli
Mi vuole intimidire
Per Dio sono non sono il suo Dio
Ora lei ci marcia
Mi intimorisce
Mi faccia il piacere
Non volevo offenderla
Giammai uomo di poca fede, figlio del volgo ci vuol ben altro.
Carminuccio
Chi mi chiama
Accattatevi le caramelle
È venuto con tutta la bancarella
Mo’ stiamo a posto
Pure le paperelle
Non diciamo idiozie
Commendatore sono Carminuccio
Chi è costui
Quello che telo metto sotto ò Musso
Ah ribaldo
Perbacco, siamo usciti di scena
Si credeva Torquato tasso
Le tasse sono carte
E ci si pulisca il....
Vorrei conoscere l’altra faccia della medaglia , elevarmi nel cielo grigio da questo incubo che m’assale, mi trasporta con se verso altre dimensioni. Rimango solo in fondo alla verità, solo alla finestra immagino un mondo diverso , scorre , passa , salta il fosso . Mi sento incredibilmente solo , con tutta la mia poesia , sotto un cielo terso con questo peso da portare sulle spalle.
Amore perché mi deludi
M’indurisco
Non facciamo come al solito, son già due ore che t’aspetto
Mi possono cecare
Chiamo tua madre
Fai con calma
Non dovevi girare la frittata
Siamo figli del nostro secolo
Ti ricordi di Adamo
Rammento Eva la moglie una gran bella donna
La diede subito
Beh cercava di concludere
Lascio la vita appesa ad un immagini, sotto il peso della luna implorante un po’ d’amore , sopra il mare, sopra il capo della gente di chi ascolta e fugge verso altri lidi. E nella gioia sono ad un passo dal comprendere il bene . E tu che Sei un ricordo d’estate nella casa quieta presso aromatiche sere, quando il rondone rade il canale, e cade strano nella frescura un suono da sonagliere randagie di cavalle in sudore.
Imploro il cielo tutto passi
Non hai capito nulla
Mi sono perso nel mio sesso
M’assale un dubbio
Non farti carico del male altrui
Aspetto dicembre
Verrà il giorno del giudizio
Saranno in molti a cadere
Prendiamo qualcosa al bar
Che caldo
Una limonata ghiacciata
Meglio un aranciata
Ho paura di morire
Non ritornare indietro
Faccio quello che posso
Ho attraversato l’inferno
Hai corso e ti sei perso
Non eri alla fermata dell’autobus
Non ridere del mio male
Sono seduto sul mondo
Tutto ricomincia
Un bicchiere d’acqua
Un fazzoletto per asciugare
Il vento asciuga le mie lacrime
Vivo il mio tempo
Ardo nell’estate
Passo e non ricordo
Oggi sei tutto quello che ricordo di quel tempo perduto che mi condusse verso altri intenti svaniti nell’attimo lubrico . Nella luce della sera passeggio verso la marina con i miei pensieri ed i miei dubbi sotto una bianca luna , la quale si specchia nel mare della mia innocenza di esule . Le onde del mare portano via i miei ricordi li conducono lontani come fosse barche portate via dal vento e dalle correnti marine.
Il giorno germoglia dentro di me
Nell’attimo conosciuto
Nell’amore che brucia in me
Sono ad un passo dal morire
Le rime all’incontrario amano all’inverso
Il dubbio m’assale, le stelle sono tante
Vedo ed amo
Navigo nel mare della lussuria
Sono il figlio mai avuto
Qui ,io rido di me stesso
All’ombra dei tuoi anni sogno d’essere vivo
Giorno di meravigliose essenze e di ricchi aromi adorni, sei tu che sciogli i canti delle giovinette chine sulla spiaggia . E sotto i pini marini nelle note ruvide dei clarini odo , rechi richiami fievoli – fiere canzoni, e schianti d’amore nei petti umani. Tutto mi è cosi difficile da capire come il discendere per strade solitarie con i miei anni tra le luci soffuse dei lampioni con un canto nella gola prende vita , s’anima nel mio petto, salta fuori con un sorriso in un triste pensiero vado incontro alla morte nell’attimo che tu scappi e m’ignori tra la gente confusa con il tuo profumo sulle mie mani .
Passo e soffro
Fingi e vivi
Avrei voluto morire
Ma tu sei quello di prima
Ho attraversato l’inferno
Eri l’ultimo della fila
Sei la donna cannone
Sono l’amante del demonio
Sei il frutto del peccato
Tutto sono ,nulla vorrei fosse
La sabbia scorre
L’acqua bagna il corpo
La terra ride con ogni cosa che mi circonda
La natura danza sulle note dell’estate
Il caldo mi prende alla gola
Sono qui a pensare
Fai un giro intorno al lago
Qui sono in tanti
Dannati e Demoni
All’ombra del bel faggio, viaggio
Avrei voluto seguirti fin in capo al mondo ordinare le tante delusioni fare finta che sarebbe stato facile vivere con te. come in quella notte d’estate seduti insieme davanti al mare. Tutto mi riconduce all’inverosimile conclusione di essere ancora salvo . Perché non hai voluto capirmi ne afferrare la mia mano baciare la mia bocca. Ora tutto è concluso con l’estate passa l’amore rinnegato, le gambe tremano il corpo è in una pozza di sudore nel buio dei miei anni sono li pronto a correre di nuovo per queste strade solitarie in bilico su un filo teso tra una sponda e l’altra .
Le ore passano
In fretta si giunge alla morte
Non volevo venire
Hai pagato il prezzo pattuito
Tutto è compiuto
Facite ampresse
Signora avete la gonna sporca
Guaglione vattene a cà
Signorina permette questo ballo
La macchina non funziona
Hai Chiamato Gino
Non ne fai mai una giusta
Madonna la signora quante e chiatte
Tiene cent’anni
La figlia è ancora zitella
Le zizze della signora
Statte zitto
A moglie di don Luigi
Stava sopra al parco delle rimembranze
Non ci posso credere
Hanno chiamato la polizia
Avanti il prossimo
Saremo in tanti ad entrare
Solo Gesù salva
Io ho pregato tanto
Vorrei salvarvi tutti ma siete proprio tanti
Ero felice di vivere laggiù
Quando il tuono s’udiva il lampo illuminava
Le città cadranno ed i signori cambieranno d’abito
Si tornerà ad essere sinceri
Il ballo del cavallo
Lungo le sponde del lago
Lungo questo sogno
Verrò con il mio dolore
Mi chiamerai carina
Ti cercherò dentro i miei pensieri
Sarò li ad attenderti
Non tardare
Salterò i commenti
Sederai nel mio letto
Che goduria
Orde di barbari al ballo dell’estate
Corro sul tuo bel dorso nudo nella solitaria piana, tra voci in fuga e risa (alla salina rena mentre l’aroma della tua pelle il mare chiama) nel leggendario eco che da barbarie di bimbi in gioco , un fiato fatuo muove dell’aria. E tutto cosi incantevole quando il tuo corpo è vicino al mio in un sospiro in un battito ogni cosa tramuta l’amore e la morte in un viaggio aldilà della comune morale.
Mi prendi per il collo
Mi baci e sono tua
Ho tanto da raccontare
Anche di notte
Anch’io attendo
Il messia
Le messe estive
La speranza a pezzi
Tanta pazienza
Non dire che non hai capito
Ero al corso Umberto
Io a via dei mille
Cosa facevi
Raccontavo una storia
Sono qui che vivo
Lindo e puro
Tutto un pelo
Il signore ha comprato un pò d’amore
Era ad un buon prezzo
Il cielo dentro una stanza
L’acqua scorre
Il mare e blu
Il cielo è rosso sangue
I tuoi occhi verdi d’invidia
La morte la miglior compagna
L’amicizia un azione inversa
L’ingegno a volte non regala nulla di buono
Furioso odore di mare con barbarica foga t’investe, sibilante sale, alle radici del crine. Ma se il tuo viso fine non piega alla rapace raffica, anch’io una pace trovo nell’infuriare d’aria veloce, quale il tempo, che nel passare lento m’accora. Sebbene con eguale furia bruciasse l’ora. E sono incapace d’amore e di attraversare il ponte che ci divide ci porta lontano, divide le nostre strade , ermafroditi destini , conclusione ideologiche di un immaginario dialogo religioso . Cerco nella fessura la frescura dell’estremismo la forma concludente dove il dente duole e dove il mondo indietreggia nella pia illusione d’essere capaci di rinnegare ancora il santo nome suo.
Ecco mi ero detto capace di sconfiggere la sfortuna che sboccia nel ragionare meco , nel passare da forme in contenuti ignorati da molti. le orme si associano strada facendo in un unica forma .
Dove sei amore
Sono qui a rubare un bene
Non fare tardi
Mi trovo al punto da capo
Non volevo ferirti
Sei un ingorda
Ti piace la parmigiana te la faccio in un battibaleno
Non mettere troppo sale
Il sale della vita
Solo due secondi
Per tre soldi mia madre ha comprato un anatra al mercato
Che bello poter credere che sia tutto cosi facile a farsi
Abbiamo passato il traguardo
Non vedo le luci
Siamo ai confini del paese
Non accelerare
Faccio finta d’essere morto
Ecco mettiti il capello
Non dirlo a tua sorella
Figurati quella s’arrabbia e come
Sono felice di stare con te
Ci siamo tanto amati
Ora e in un altra era
Che cavolo me lo potevi dire che non porti indumenti intimi
Non farci caso
Non credo ai miei occhi
Che ridere
Siamo ad un passo dall’essere un unica cosa
Facciamo finta di essere ancora insieme
Non mi piaci più
Ne ero convinto
Le ore passano
Tutto scorre
Ecco ti vedo
Non salutare se ne può accorgere
Faccio un passo indietro
Passo di danza
Mi sono scottato
Tutto fatto
Ci vediamo domani
Che genio
Ecco quello che si dice di un bravo ragazzo
La città si è incenerita nei clamori di luglio, stasera s’è persa nel lutto senza fine che conduce sui Fori sepolti, sulla piazza che fu tersa di vento e di cavalli furenti , irta nei cori di gioventù̀ deluse la tua voce riversa nell’età si dissipa ai colori deceduti col giorno.
Ma nell’avversa riviera, il fiume estivo disseta ancora i ponti – che scorrono sull’agro inutilmente, a cercare una meta ai miei passi più̀ vani. Intravedo il tuo magro profilo , acre di grazia, inquieta alzi la tua criniera, in un agro suono di dardi pronti a colpire il mio cuore nell’aria dei miti, la mia foga solitaria , piano, piano sfocia nel mite canto dell’estate romana.
Ops! Sembra che tu abbia un po' esagerato, assicuraci che tu non sia un robot!
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